Giornata contro la violenza sulle donne, nuove repliche di “Tu danzavi per me”
Giornata contro la violenza sulle donne, nuove repliche di “Tu danzavi per me”

Giornata contro la violenza sulle donne, nuove repliche di “Tu danzavi per me”

25 novembre: Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Riproponiamo con due repliche il nostro spettacolo-riflessione “Tu danzavi per me” nella dolente consapevolezza della sua stringente attualità. Veniteci a trovare, vi aspettiamo numerosi. a Jesi il 24 novembre alle ore 21.15 teatro Il Piccolo e ad Appignano il 25 novembre alle ore 21.15 teatro Gasparrini.

Tu danzavi per me

di Gigliola Santoro – Spettacolo in un unico atto
Personaggi e Interpreti
Franco: Marco Pietroni
La Madre: Fulvia Zampa
Il Padre: Fernando Bianchini
Bea: Lucia Lucantoni
Avvocato: Luca Feliziani
Regia: Piergiorgio Pietroni


Note di Regia:
“Tu Danzavi per me” è un testo ricavato da testimonianze ricevute di prima mano dall’autrice
in qualità di avvocato-collaboratore dell’Associazione a difesa della donna “Donne e Giustizia”
di Ancona, dove con crudeltà e schiettezza viene messo in luce quanto facilmente la violenza
può trasmettersi tra soggetti abituati alla violenza stessa, anche all’interno di situazioni che
possono apparire normali.
È solo quando la Madre rompe e si sgancia da questa catena di violenze ricevute e mai
coraggiosamente rifiutate – e qualche volta anche avallate – che il dramma viene alla luce nella
sua più crudele realtà.
La Madre non accetta più di essere l’anello debole della catena quando, a causa del
coinvolgimento del Figlio in un atto di efferata violenza su una minorenne, si rende conto di
quanto male ha prodotto nella formazione del figlio stesso.
Il grave episodio le fa comprendere che anziché educare il proprio ragazzo ad assumersi la
responsabilità di una serie di comportamenti discutibili, lo ha abituato ad essere sempre
appoggiato e giustificato, in nome di una forma d’amore sbagliata che le ha impedito di cogliere
i segnali di violenza che le arrivavano da tempo.
Il suo doloroso percorso di presa di coscienza personale la porta infine a ribellarsi alla normalità
di facciata e a recuperare il rispetto di sé come “persona”.
La nostra messa in scena intende soprattutto costituire un aiuto a leggere la presenza della
violenza, a volte tanto vicina a noi, eppure non riconosciuta o forse trattata con estrema
superficialità.
Abbiamo volutamente cercato di sottolineare quei gesti, quelle parole, quegli atteggiamenti
della vita quotidiana che sono – a nostro modo di vedere – gesti, parole e atteggiamenti che in
fieri sono già violenza.
Vorremmo non aver mai messo in scena un testo simile e avremmo voluto non essere così
tanto attuali.